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A differenza di quanto si possa pensare, le nuove tecnologie non porteranno ad una progressiva sostituzione dell’uomo con la macchina, ma alla creazione di nuovi posti di lavoro. A confermarlo è il rapporto “The Future of Job 2018” del World Economic Forum che ha mostrato come nel 2022 i posti di lavoro creati dall’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale saranno circa 58 milioni netti.
L’obiettivo dell’analisi compiuta dal WEF è di evidenziare come le nuove tecnologie non rappresentino una minaccia per il mondo del lavoro e, al contempo, invita a osservare la situazione da un punto di vista alternativo: si prevede, infatti, che a fronte di circa 75 milioni di posti di lavoro che scompariranno, ne verranno creati altri 133 milioni.
Tale dato ci consente di ragionare in altri termini: se verranno creati nuovi posti, saranno necessarie competenze nuove, le modalità di lavoro potrebbero cambiare, così come i luoghi tradizionali del lavoro potrebbero essere sostituiti. Tra i principali cambiamenti previsti, una maggiore automazione porterà alla riduzione del numero di persone con un contratto full time entro il 2022, secondo il 50% delle società intervistate.
Per quanto riguarda le competenze, si prevede che ad almeno il 54% dei lavoratori sarà richiesto di iniziare un processo di “reskilling”, cioè di impegnarsi nell’acquisizione di nuove competenze tecnologiche per stare al passo con le recenti innovazioni. Allo stesso tempo, verranno rivalutate le capacità prettamente “umane” come la creatività, l’intelligenza emotiva e il pensiero critico: tutte caratteristiche che non possono essere replicate da una macchina.
Ci si attende anche un cambiamento nelle modalità di lavoro, soprattutto in relazione all’aumento dello smartworking: secondo, WEF, i datori di lavoro considereranno in futuro di assumere del personale flessibile che lavori da remoto per specifiche task. Le professioni tradizionali sono destinate a diminuire fino al 21% mentre cresceranno le nuove professioni emergenti che passeranno dall’essere il 16% al 27%.
Per poter comprendere appieno questo momento di cambiamento bisogna considerare che tra le tecnologie che influenzano maggiormente il mondo del lavoro ci sono:
Lo sviluppo di tali sistemi IT ha subito una particolare accelerazione durante il recente periodo di pandemia globale, durante la quale si sono rivelati particolarmente utili in quanto hanno permesso di svolgere il proprio lavoro anche da remoto.
È innegabile che l’automazione di alcune mansioni porterà progressivamente ad una diminuzione dei lavori che necessitano di risorse umane: basti pensare che nel 2018 il 71% delle ore di lavoro era svolto da individui e il 29% dalla macchina, mentre nel 2022 si prevede che i lavori automatizzati arriveranno a coprire il 57% delle ore. Aumentando le ore di lavoro svolte da macchine, crescerà anche la richiesta per competenze di tipo “umano”, ovvero quelle capacità che necessitano della sensibilità degli individui, non replicabili da sistemi automatizzati.
Tuttavia, compariranno nuove figure strettamente legate allo sviluppo dell’architettura IT:
Dunque, risulta evidente, grazie ai dati offerti da WEF, che le nuove tecnologie porteranno ad un drastico cambiamento nella maggior parte dei settori professionali. Tuttavia, non c’è bisogno di allarmarsi poiché nasceranno nuove figure e nuovi posti di lavoro correlati a tali evoluzioni del settore IT.
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