Mettere in pratica alcune azioni concrete per la lotta contro la crisi climatica comporta dei vantaggi anche a livello occupazionale. A dimostrarlo è la ricerca condotta dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, secondo la quale la green economy genererà 2,2 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni.

I vantaggi dei green job

Il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, denominato Unep (United Nation Environment Programme), prevede che gli investimenti nella green economy produrranno un aumento di posti di lavoro di alta qualità, cioè di impieghi con salari adeguati, condizioni di lavoro sicure e buone prospettive future.

Tale previsione è stata confermata dalla ricerca della Fondazione per lo sviluppo sostenibile presentata in occasione della ventiduesima edizione di Ecomondo, fiera dedicata all’economia circolare e alle energie sostenibili.

Il progetto presentato dalla Fondazione sull'applicazione di una serie di misure green ha evidenziato come ad ogni euro di investimento pubblico ne corrisponderebbero altri tre privati: in questo modo si innescherebbe un meccanismo virtuoso di investimenti sulla sostenibilità ambientale che, a loro volta, genererebbero tra i 2,2 milioni e i 3,3 milioni di posti di lavoro. Condizione necessaria per tale obiettivo sarebbe una normativa che preveda tali investimenti pubblici e che incoraggi i corrispettivi investimenti privati.

Obiettivi futuri per la green economy

Le previsioni circa gli effetti positivi della green economy sono incoraggianti. Tuttavia, è bene agire con azioni programmatiche che contribuiscono a raggiungere tali obiettivi. A tale fine, agli Stati generali della Green economy sono state suggerite dieci possibili strategie:

  1. raddoppiare le fonti rinnovabili di energia;
  2. riqualificare edifici privati e pubblici;
  3. passare ad un'economia circolare, abbandonando quella lineare;
  4. creare un programma di rigenerazione urbana;
  5. raddoppiare gli investimenti nell’eco-innovazione;
  6. prevedere misure per la mobilità sostenibile e
  7. migliorare l’agricoltura ecologica;
  8. riqualificare il sistema idrico nazionale;
  9. completare le bonifiche di siti contaminati;
  10. rafforzare le prevenzioni a rischio idrogeologico.

Tra questi settori, quello delle energie rinnovabili possiede il più alto coefficiente occupazionale, raggiungendo il 32% delle unità lavorative generate da misure green tra il 2019 e il 2023.

Porsi come obiettivo la transazione energetica a fonti rinnovabili consente non solo di limitare l’impatto ambientale della propria attività, ma anche di ridurre i costi generati dall’inquinamento. Basti pensare alla possibilità di utilizzare prodotti che, in caso di malfunzionamento, possono essere riparati anziché gettati.

Un’altra area nella quale si può scorgere un margine di miglioramento è quella della produzione di automobili ecologiche. L’Italia non spicca né per la produzione di veicoli elettrici, né per quella di veicoli ibridi; questa situazione rispecchia quello della produzione e distribuzione di automobili tradizionali: benché l’Italia sia tra i paesi con il maggior numero di automobili, cresce progressivamente la quota di veicoli importati dall’estero.

Al di là della situazione attuale nel nostro Paese, in occasione degli Stati generali della Green economy sono state avanzate proposte per il Governo e per il Parlamento: è convinzione comune che la definizione di normative specifiche per questo settore favorirebbero la transazione verso soluzioni sostenibili e la creazione di posti di lavoro green.

Summary

La green economy, oggi ma soprattutto nel futuro, genererà nuovi posti di lavoro in Italia. Te lo raccontiamo in questo articolo dedicato a come la green economy genererà nuovi posti di lavoro in Italia

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