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C’è grande consenso attorno al tema per cui la Digital Transformation nasca da una necessità aziendale più che da un’illuminazione di Ambassador interni. Il digitale nell’Healthcare rappresenta un tema caldo tanto per le big companies quanto er i player più piccoli.
“Per i primi è necessario a mantenere la leadership, mentre per i secondi è necessario a guadagnare un vantaggio competitivo” spiega Michela Barcella, manager della divisione specializzata Healthcare. “Questi ultimi attuano la trasformazione con maggiore facilità rispetto alle multinazionali, grazie alla loro dimensione che li rende più agili nelle decisioni strategiche. Purtroppo però, sia che l’evoluzione venga abbracciata da un sostenitore intenro all’azienda, un ambassador, o che derivi una necessità aziendale per non perdere terreno nei confronti della concorrenza, emerge che il primo dipartimento da sensibilizzare al tema è proprio quello deputato all’inserimento delle nuove figure per dotare l’organigramma di un DNA digitale, e cioè le risorse umane e il Talent Acquisition”
Il processo è appena iniziato. Infatti non si tratta semplicemente di un nuovo business model, ma di un cambiamento culturale che in quanto tale è necessariamente lento. Per essere pronti a cambiare, il progetto digitale deve essere sostenuto tanto dai vertici della gerarchia, quanto dal basso.
Se ad oggi il Digital Director e relativo team non sono ancora figure popolari nel il mercato Healthcare, c’è la possibilità di acquisirli da settori consumer, decisamente più avvezzi ai digital media. Questo può risultare destabilizzante per il settore Healthcare, che tradizionalmente tende a preferire risorse umane provenienti dal proprio mercato per capitalizzare le competenze, ma in verità la cross contamination, è provato, favorisce non solo il problem solving, ma anche la creatività.
“Il lavoro di un Head Hunter consiste nel saper valutare il potenziale che ha una figura cresciuta in un’azienda nativa digitale come un provider o una software house, per poter passare a ricoprire un ruolo manageriale in un’azienda offline a supporto di un processo di digitalizzazione, mai banale e spesso complesso”
Se da un lato gli operativi sono più pronti su strumenti di SEO, SEM, social media e affiliazione sono le nuove leve formate da neolaureati, dall’altro professionisti più senior, con 10-15 anni di esperienza, provenienti da aziende non native, ma con un track record di precedenti esperienze di trasformazione digitale, rappresentano un asset egualmente indispensabile.
Essi infatti sono certamente forti conoscitori del multichannel, oltre che in grado di sviluppare piani strategici coprendo con adeguata leadership anche l’inserimento di risorse e la gestione di un team dedicato.
Il digital manager è un profilo rotondo con forte flessibilità di pensiero e orientamento all’obiettivo. Sono tre le competenze trasversali chiave che deve avere: la capacità di ascolto, la leadership e soprattutto la resilienza, in quanto trattandosi di un ruolo nuovo si può trovare ad affrontare iniziali chiusure sia da parte di persone interne alla propria organizzazione che esterne.
E’ evidente che indipendentemente dalla dimensione delle aziende Healthcare, manca ancora la piena consapevolezza di ciò che sta accadendo a livello Digital, ma eventi come quello del 24 maggio sono auspicabili e da sostenere a quantità per rendere il processo sempre più reale e vicino al nostro presente.
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