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La rivoluzione digitale in atto ormai da diversi anni ha portato ad un sovraccarico di informazioni alle quali le persone sono costantemente sottoposte. Per tale ragione i principi dell’economia cognitiva hanno acquisito sempre più importanza per le aziende. Tali strategie, oltre ad essere sfruttabili in campo pubblicitario e commerciale, possono risultare produttive anche per l’employer branding delle aziende.
Nel campo del marketing, l’attenzione verso una corretta comunicazione ha acquisito sempre più importanza. Tuttavia, è interessante analizzare come le recenti innovazioni tecnologiche abbiano portato ad un necessario sviluppo delle tradizionali strategie comunicative.
Originariamente, i migliori marketing plan seguivano il cosiddetto “principio delle quattro 4” che consisteva in strategie:
A tale elenco i due pubblicitari Al Ries e Jack Trout hanno aggiunto la strategia del posizionamento. Secondo la loro teoria, la questione sulla quale focalizzarsi non è “come” comunicare, in quanto il problema principale del mondo contemporaneo è proprio il sovraccarico di informazione.
L’opinione dei due pubblicitari è che bisogna fare in modo di attirare l’attenzione dell’osservatore, in modo da spiccare nella moltitudine di informazioni a sua disposizione. Per raggiungere tale obiettivo, la strategia del posizionamento prevede di creare un legame con il consumatore e, quindi, di “posizionare” il prodotto che si desidera vendere nella sua mente rendendolo parte delle sue abitudini.
Quella di Al Ries e Jack Trout è una strategia insidiosa, resa necessaria da un mercato sempre più affollato e competitivo. Basti pensare a quanto sia comune utilizzare il nome di un brand per indicare un’intera categoria merceologica: questo fenomeno è un chiaro segnale dell’efficacia della strategia del posizionamento, in quanto dimostra come sia possibile far sì che il consumatore non tenga conto di altre marche quando pensa ad un determinato prodotto.
L’efficacia della strategia del posizionamento è sostenuta anche dalla teoria denominata “economia del pensiero” coniata dal premio Nobel Herbert A. Simon. Questa nuova branca dell’economia cognitiva si basa sul paradosso secondo il quale l’attenzione umana è inversamente proporzionale alla quantità di informazione con la quale viene “bombardata”: maggiori saranno le informazioni che si offrono al consumatore, minore sarà la sua capacità di afferrare un messaggio o memorizzare un prodotto.
Dunque, la quantità di pubblicità alla quale il consumatore è sottoposto è potenzialmente inutile se non si impara a conoscere le esigenze e i limiti del proprio pubblico. Per tale ragione acquista maggiore importanza la strategia del posizionamento: oltre ad occuparsi di una buona comunicazione, è quanto mai necessario prestare attenzione a come essa viene posizionata nello spazio a sua disposizione.
I possibili utilizzi del posizionamento sono svariati. Si pensi alle possibili applicazioni nel campo del lavoro: l’employer branding potrebbe trovare in questa strategia alcuni fattori positivi come la possibilità di creare un immaginario relativo alle qualità dell’azienda nella mente dell’osservatore. Tale tattica può collaborare nel definire chiaramente l’identità di un’azienda e fa sì che sia facilmente riconoscibile dal pubblico.
Quanto diventa fondamentale il posizionamento dell’azienda e perché. Ecco l’importanza della quinta P e di come il posizionamento dell’azienda sia importante nel prossimo futuro.