Misurare la sostenibilità delle PMI italiane

Le PMI italiane si trovano di fronte un momento di grandi sfide su diversi fronti e la recente pandemia ha messo in discussione delle pratiche ormai consolidate nel dialogo instaurato con gli stakeholder. In particolare, tra gli elementi che devono essere tenuti in considerazione c’è la sostenibilità delle PMI che gioca un ruolo sempre più strategico.

Misurare la sostenibilità delle PMI

Misurare la sostenibilità delle PMI è un processo complesso e che deve tenere in considerazione diversi aspetti dell’azienda. In primo luogo, bisogna conoscere le modalità di produzione delle materie prime in base al modello di infrastruttura scelto: è sempre più rilevante ragionare in termini di “impatto ambientale” sia sulla propria catena di approvvigionamento sia su quella di distribuzione dei prodotti e dei servizi offerti. Su questo tema è opportuno ricordare l’introduzione dell’etichettatura EPD (Environmental Product Declaration), un documento con informazioni trasparenti e comparabili sul ciclo di vita e sull’impatto ambientale di un determinato prodotto.

Allo stesso tempo i rating ESG sono un importante incentivo per le PMI che desiderano migliorare il proprio vantaggio competitivo sul mercato: avere un indice ESG significa abbassare in prospettiva i costi di funzionamento e di finanziamento e favorire nel complesso un incremento del valore aziendale nel medio-lungo termine.

Bisogna tenere presente che la valutazione ESG individua i comportamenti che sarebbe preferibile adottare per migliorare i rapporti con gli stakeholder e rafforzare la strategia aziendale.

A prescindere dall'obbligatorietà di rendere noto un bilancio della sostenibilità, le imprese italiane stanno imparando che adottare comportamenti responsabili per creare un vantaggio competitivo dal punto di vista:

• Ambientale;
• Sociale;
• Governance.

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L’importanza degli ESG Rating

Gli ESG rating, al di là delle definizioni tecniche, sono uno strumento strategico per lo sviluppo della sostenibilità delle PMI. Infatti, il contributo delle agenzie di rating ESG non si esaurisce con l’assegnazione del rating in senso stretto, ma prevede la capacità di fornire alla PMI delle indicazioni utili sul posizionamento e sulle leve possibili di miglioramento; spetterà successivamente all’impresa identificare le azioni prioritarie in funzione della propria strategia di business.

Sebbene non esista ancora una strategia di rendicontazione comune, è opportuno tenere presente la rinnovata strategia industriale della UE imprime una forte spinta alla crescita sostenibile delle PMI prefiggendosi alcuni obiettivi tra cui concentrarsi su:

• Aspetti sociali del cambiamento strutturale;
• Dare nuova vita al territorio;
• Sviluppare l’economia circolare;
• Investire in ricerca e sviluppo.

Bisogna tenere presente che gli ESG rating, oltre a valutare la sostenibilità (in termini ambientali, sociali e di governance) di un’azienda ne valuta anche il rischio d’impresa. Su questo argomento è interessante riportare quanto indicato dal Rapporto Italia Sostenibile 2021: “Sussiste una relazione diretta tra lo score ESG e la probabilità di default delle aziende del campione (...) Le aziende che mostrano un’alta capacità di gestione ESG hanno allo stesso tempo una PD media del 54% inferiore rispetto alle società con i punteggi più modesti.”

In conclusione, è possibile affermare come misurare la sostenibilità delle PMI sia diventata una priorità non solo per le aziende stesse che desiderano aumentare il proprio grado di competitività in un mercato sempre più complesso, ma è un elemento fondamentale anche per gli istituti di credito che ne vogliono valutare l’affidabilità e le prospettive future.

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